E voi? Siete pazzi complottisti oppure il vostro cervello è ormai stato lavato e reso conforme ai voleri. Siete prigionieri della vostra ignoranza oppure preferite chiedervi sempre PERCHÈ ed essere liberi nella conoscenza di ciò che vi circonda? 
 
 
 
 
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Tutto cominciò in sordina. Nessuno comprese.

La televisione, i media e persino internet furono troppo impegnati a seguire le balorde vicissitudini del premier di turno, sterili diatribe politiche, scandali e siparietti di chi non era al potere.

I pochi che si resero conto che qualcosa stava accandendo e provarono a denunciarlo dai loro blog, furono tacciati di essere maniaci del complotto, paranoici e nel peggiore dei casi: pazzi.

Invece, sarebbe bastato seguire le notizie relegate nelle pagine di fondo, dimenticate nei telegiornali, condivise su Facebook o altri social network solo da pochi considerati complottisti.

Ci saremmo accorti che lentamente stavamo scivolando verso il baratro, che ormai eravamo una società in bilico, pronta a sprofondare nel nulla.

Ma, fu più semplice pensare alla partita di pallone, al gossip, ai reality show e a tutte le amenità che uno stato consumistico usa per livellare le menti, per lavare i cervelli e renderli omogenei e inutili.

Politici senza morale avevano creato nemici immaginari e, in un mondo sconvolto da una pandemia virale, i popoli erano impegnati in una guerra tra poveri.

I primi tafferugli passarono come la provocazione di facinorosi pagati dalla contro parte per creare problemi ai governi, oppure opera di miserabili invidiosi di chi aveva più di loro, che si riversavano nelle strade chiedendo a gran voce una giustizia sociale che veniva annientata ogni giorno da una polizia corrotta e violenta, che non si faceva scrupoli a sparare alle spalle.

Erano segnali a cui i potenti preferirono non dare peso, troppo arroganti e arroccati nelle loro torri d’avorio.

Ci eravamo convinti di essere immortali, invincibili, che questo pianeta fosse a nostro uso e consumo.

Siamo stati noi. Con la nostra avidità.

Il crollo definitivo dell’economia del paese e del mondo, con un effetto domino azzerò l’intero modo di vivere su cui ci eravamo mollemente adagiati.

Quei paesi che prima detenevano potere e ricchezza, si ritrovarono nella povertà.

Nessuno si salvò da quella catastrofe mondiale.

La tempesta spazzò via tutto lasciandoci laceri, contusi, distrutti nell’animo e nel portafoglio.

Nulla rimase, se non palazzi fatiscenti e strade deserte che lentamente vennero risucchiati dalla vegetazione.